Punto alla semplicità
“Complicare è facile, semplificare é difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare.
Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’é in più della scultura che vuol fare.
Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?
Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.
Eppure quando la gente si trova di fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevitabilmente: “questo lo so fare anche io”, intendendo di non dare valore alle cose semplici perché a quel punto diventano quasi ovvie. In realtà quando la gente dice quella frase intende dire che lo può rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima.
La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: “quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte”.
Con tali parole un maestro come Bruno Munari sintetizza la sua idea di Semplicità.
Altri personaggi illustri hanno lasciato in eredità la loro idea di semplicità.
Per esempio per Frank Lloyd Wright la Semplicità e l’Armonia sono le qualità che misurano l’autentico valore di ogni opera d’arte; per Leonardo da Vinci la Semplicità è l’estrema perfezione e ancora Michelangelo asserisce che è facile fare una statua, basta vederla dentro un blocco di marmo e togliere quello che avanzava.
La Semplicità la si può esprimere nella vita di tutti i giorni tramite il pensiero, l’abbigliamento e lo stile. La stessa cosa accade nel campo dell’Architettura dove, per altro, una soluzione particolarmente efficace viene spesso definita “elegante” oltre che “semplice”.
Anche nella musica ci sono artisti che si sono contraddistinti perchè “semplicemente” con tre accordi o “semplici” parole, hanno creato melodie e canzoni immortali, apprezzate a distanza di tanti decenni. Infatti con la Semplicità entra in gioco anche la creatività.
A tal proposito mi piace la definizione del filosofo e scrittore Gianfranco Livraghi per il quale la creatività è una sintesi che semplifica la complessità.
Anche l’intelligenza ha a che fare con la Semplicità. Per raggiungere la sua piena chiarezza ed efficacia, dovrà evolversi proprio verso la Semplicità. Ovviamente non tutto ciò che è semplice è intelligente!!
Dunque l’Architettura, così come la Semplicità, può essere gioia, percezione di bellezza e di armonia, un’esperienza affascinante, purchè libera da ogni artificio e dalla mera preoccupazione di sembrare. Se l’Architettura vuole essere comunicativa, dovrà necessariamente essere Semplice, quindi intelligente e creativa.
(Da “Bruno Munari”, a cura di Beppe Finessi e Marco Meneguzzo, Silvana Editoriale, 2007, p. 37)
(Da “Il fascino della semplicità ( e i tradimenti del semplicismo)” di Giancarlo Livraghi – maggio 2009)